Specie ittiche
La laguna di Venezia e nello specifico l’area di progetto sono caratterizzate da una varietà di habitat che le rendono importanti aree per la fauna ittica. In particolare, le aree lagunari interne a minore salinità e a minor ricambio idrico risultano di particolare importanza per alcune specie residenti lagunari di interesse comunitario quali il nono (Aphanius fasciatus), il ghiozzetto di laguna (Knipowitschia panizzae) e, soprattutto, il ghiozzetto cenerino (Ninnigobiuscanestrinii). Esse rappresentano inoltre un’area di nursery, in cui i giovanili di diverse specie marine migratrici, quali la passera (Platichthys flesus) e i cefali dei generi Mugil e Chelon, trovano condizioni ottimali per la crescita.
GHIOZZETTO CENERINO - Pomatoschistus canestrinii |
Specie prioritaria inclusa nell’allegato II della Dir. 92/43/CEE. Specie residente lagunare esclusiva (ovvero che si riscontra solamente nelle lagune costiere), bentonica, endemica dell’Alto Adriatico che predilige aree a bassa salinità, compresa tra 2 e 20. In laguna di Venezia la sua presenza è fortemente localizzata e dipende dagli apporti di acqua dolce. Ha corpo poco allungato, fusiforme, ricoperto di squame ovoidali. La tinta di fondo è bianco sporco, macchiettato di nero, mentre la parte inferiore del corpo è priva di macchie; la parte anteriore del capo è bruna. Si ciba di piccoli crostacei, policheti, molluschi e larve di insetti. Foto di Luca Scapin.
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PASSERA – Platichthys flesus |
Specie marina migratrice, solitaria, molto mimetica che vive su fondi sabbiosi e fangosi, a basse profondità; tollera le variazioni di salinità. Molto comune in Alto Adriatico, può risalire i fiumi per diversi chilometri e spesso penetra lagune ed estuari, compresa la laguna di Venezia, che sfrutta durante le fasi giovanili prima di tornare in mare per la riproduzione. Ha l’aspetto tipico dei pesci piatti con entrambi gli occhi sul lato destro del corpo; il corpo è ovale e fortemente compresso. Il colore del lato oculare è spesso scuro, marmorizzato o cosparso di macchiette. Il lato cieco è in genere bianco. Si nutre di macroinvertebrati bentonici, in particolare crostacei e vermi, e piccoli pesci. Foto DAIS-UNIVE. |
CEFALI (Mugil cephalus, Chelon spp.) |
I cefali sono specie autoctone marine migratrici, in grado di sopportare ampie variazioni di salinità. Si riproducono in acque marine e penetrano gli ambienti lagunari ed estuarini, nei quali trovano nutrimento e rifugio, in particolare durante le fasi giovanili. Si nutrono di microalghe, detrito organico in decomposizione e piccoli invertebrati associati al fondale, filtrando gli strati superficiali di sedimento. In laguna di Venezia sono presenti cinque specie di cefali (Mugil cephalus e quattro specie del genere Chelon). Il cefalo muggine (dialett. volpina), Mugil cephalus, presenta un corpo quasi cilindrico con grandi squame, testa larga e massiccia e palpebra trasparente che copre l’occhio. Il colore è grigio-azzurro superiormente e biancastro sul ventre con striature nere. Il cefalo dorato (dialett. lotregano), Chelon auratus, è simile al cefalo comune, ma con una testa più piccola e labbro superiore sottile, presenta una larga macchia dorata molto evidente sull’opercolo. La sua colorazione è grigio-brunastra sul dorso, argentata con bande più scure sui fianchi, bianca sul ventre. Si nutre aspirando sedimenti e alghe incrostanti dal fondo e dagli scogli, di detrito e di piccoli invertebrati bentonici. Il cefalo bosega, Chelon labrosus, ha corpo slanciato e fusiforme e la livrea argentea con numerose linee longitudinali scure. Si riconosce bene dalle altre specie soprattutto per la bocca che presenta un robusto e carnoso labbro superiore ricoperto di piccole protuberanze dure. Altre specie diffuse in laguna di Venezia sono il cefalo calamita (dialett. caustelo), Chelon ramada, e il cefalo musino (dialett. verzelata), Chelon saliens. Foto di Simone Redolfi Bristol. |